Descrizione
Secondo la tradizione, nel 1487 il paese di Grosotto riuscì a scampare al saccheggio dei Grigioni grazie all’intercessione della Vergine, che apparve ai soldati svizzeri e alla popolazione che era andata loro incontro con il solo vessillo della croce.
Questo evento prodigioso portò di lì a poco alla costruzione di una chiesa che nei secoli è diventata una delle più importanti di tutta la Valtellina per la ricchezza dei suoi tesori d’arte: il Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Grosotto. Ancora sono presenti le tracce di quel primitivo luogo di culto, ma l’edificio che ammiriamo oggi è una costruzione seicentesca, un’elegante struttura formata da un’unica navata con quattro cappelle laterali e dotata di uno dei campanili più alti della valle.
Oltrepassato il portale in pietra verde di Grosotto, ci si trova sotto un luminoso cielo affrescato, circondati da una profusione di stucchi, intagli e dorature. In fondo troneggia l’ancona dell’altare maggiore, spettacolare composizione barocca alta oltre dieci metri e realizzata dall’artista camuno Pietro Ramus (XVII secolo). Altrettanto grandiosa è la cassa dell’organo intagliata nel legno agli inizi del ‘700, sulla quale è rappresentata anche l’Apparizione ai soldati grigioni che diede origine al Santuario. Lo strumento vero e proprio, datato 1875, dispone di 37 registri e di oltre 1300 canne. Di particolare finezza è anche il pulpito in noce, opera del grosottino Giovanni Andrea Musatto, sulla cui sommità svetta San Michele arcangelo che schiaccia il drago. Un altro prezioso capolavoro scolpito è la quattrocentesca scultura lignea della Madonna delle Grazie, dello scultore pavese Giacomo del Maino, custodita in una teca sull’altare della seconda cappella a destra. Non possono mancare anche splendidi dipinti, come la tela della Sacra Famiglia realizzata nel 1563 da Marcello Venusti, pittore rinascimentale originario di Mazzo in Valtellina, allievo della Bottega di Raffaello Sanzio e amico di Michelangelo Buonarroti.