Il nome del paese che compare per la prima volta in un documento del 1080 è ROSETUM.
Ebbe come primi abitatori i Liguri, ai quali si sostituirono gli Umbri, gli Etruschi, i Reti e i Celti.
In seguito, al tempo dell’imperatore Augusto, tutta la Valtellina venne occupata dagli eserciti romani. Alla caduta dell’impero romano occuparono la valle i Goti, gli Unni, gli Ostrogoti, i Franchi, i Longobardi ed infine i Carolingi, sotto i quali Grosotto ” divenne feudo del convento di S.Dionigi in Francia. Ai Carolingi successero gli Ottoni e Grosotto passò sotto il dominio della città di Como.
Uno dei primi nuclei dell’abitato fu probabilmente quello che si costituì attorno alla chiesa di S. Martino (nella parte ovest del comune), demolita nel 1597 perché minacciata dalle piene del fiume Adda. Nel 1631 morirono in Grosotto per la peste più di 500 persone. Nel 1639 la Valtellina ritornò sotto il dominio dei Grigioni per poi entrare a far parte nel 1797 della Repubblica Cisalpina, successivamente del Regno Italico e infine dell’ Austria (1815- Congresso di Vienna).
Eclesiasticamente fece parte sin dall’ origine della pieve Mazzo, dapprima come vicecuria poi come parrocchia autonoma a partire dal 1625. Già feudo dei Venosta (ai quali fu ceduto dalla città di Como nel 1187), si costituì in comune , autonomo nel XII secolo.
Nel 1370 Grosotto insorse con i Guelfi contro i Venosta, per poi ritornare sotto il Dominio del Ducato di Milano nel 1432 a seguito della famosa battaglia di Delebio.
Nel 1487, durante la prima scorreria del Grigioni in Valtellina, fu uno dei , pochi paesi risparmiati dal saccheggio degli oltremontani che, secondo la tradizione, si sarebbero placati davanti al popolo uscito loro incontro in processione. Il fatto fu attribuito all’intervento prodigioso della Vergine. In segno di ringraziamento venne eretto il Santuario della Beata Vergine delle Grazie, consacrato nel 1490.
Oggi questo edificio religioso è uno dei più importanti di tutta la Valtellina sia dal punto di vista religioso che dal punto di vista artistico. Al 1544 risale la prima redazione degli statuti comunali, rielaborati però su norme assai più antiche e rivisti e aggiornati nei due secoli successivi.
Nel 1512 i Grigioni occuparono la Valtellina; nel 1513-14 seguirono carestia e peste in tutta la Valle. Nel 1587 si ebbero in Grosotto disordini tra cattolici e protestanti.
Al tempo della visita del vescovo Ninguarda (1589) il paese contava circa 370 fuochi per un totale di circa 2000 anime. L’attività degli abitanti era prevalentemente agricolo-pastorale, ma nel secolo XVII era notevole anche quella artigianale, specialmente dei muratori, parecchi dei quali emigrarono in Germania, nel Palatinato.
Nel 1595 furono processate a Tirano come streghe 12 donne di Grosotto; il processo costò alla comunità 1600 scudi. Tra le famiglie più cospicue del borgo si ricordano, oltre ai Venosta, i Tuana, gli Stoppani e i Robustelli. A quest’ultimo casato appartenne il personaggio più illustre, il cavalier Giacomo Robustelli (1585-1650 circa) che nel luglio del 1620 capeggiò la rivolta dei Valtellinesi contro i Grigioni (Sacro Macello).
Nelle guerre che seguirono Grosotto subì gravi danni: una prima volta nel settembre del 1620 quando fu saccheggiato e in gran parte dato alle fiamme dalle truppe reto-svizzere, che scendevano dai paesi del Bormiese verso Tirano nel tentativo di domare la ribellione e riconquistare la valle; una seconda e più grave devastazione la subì con l’incendio che vi appiccarono il 3 luglio 1635 le truppe del Rohan mentre incalzavano lo sconfitto Fernamont.
Pagina aggiornata il 01/07/2024